L’identità visiva di NODE 2018 è stata curata da 2501, tra i più importanti esponenti dell’attuale scena artistica urbana. In equilibrio tra astratto e figurativo, le sue opere sono composizioni libere ma rigorose di linee, forme e movimenti in costante dialogo con la topografia urbana. M.U.R.O. è l’opera site-specific ideata, realizzata e animata da 2501 in occasione del live di Deantoni Parks che si è svolto il 13 ottobre durante l’evento di anteprima del festival. L’opera sfrutta come struttura base un ponteggio per imbianchini in alluminio ed è ispirata ad alcuni lavori recenti presentati presso la Reggia di Caserta e Wunderkammern gallery di Milano: Tubi Innocenti, come quelli comunemente utilizzati dai muratori, si trasformano in opere raffinate, grazie agli interventi di incisione e verniciatura che conferiscono al metallo le caratteristiche più peculiari dello stile dell’artista.
M.U.R.O. è a cura di NODE e Pietro Rivasi
Photo credits: Ronni Campana, Petra Valenti
Un ringraziamento speciale a Wunderkammern Gallery, Milano.
Orari di apertura:
mercoledì - giovedì: 10 - 13 / 14:30 - 18:30
venerdì: 10 - 13
Node non è un festival musicale. Non solo. La ricerca che propone, la curatela degli artisti invitati, non è mai svincolata infatti da una attenzione maniacale per l’aspetto culturale nel senso più ampio, che assume, a ben guardare, una importanza paragonabile a quella riservata alla selezione dei musicisti.
In particolare, lo studio delle location e la cura dell’aspetto visuale, sono due delle caratteristiche che ne garantiscono da una parte l’unicità nel panorama e dall’altra la straordinaria completezza della proposta. Fin dalla sua nascita, nel 2009, Node lega il suo successo ed il suo prestigio alla collaborazione con Galleria Civica di Modena, all’epoca diretta da una delle più apprezzate curatrici a livello internazionale, Maria Angela Vettese. Un festival musicale quindi, ma che si propone coscientemente come un momento di arte contemporanea a tutto tondo.
Da subito perciò il team organizzatore, ha deciso di investire per creare una immagine che potesse comunicare questa idea ad un pubblico più spesso abituato a frequentare “concerti”, legandosi anno dopo anno, a nomi importanti del panorama dell’illustrazione e dell’arte contemporanea più in generale.
A partire dal 2012 si sono avvicendati infatti Francesco Bevini (2012), Maria Lucrezia Schiavelli (2013), Nicola Toffolini (2014) e Luca Zamoc (2016). Il festival regolarmente associa quindi la sua immagine ad un artista visivo; molta attenzione anche per quanto concerne la gadgetistica, affidata nella realizzazione da Medulla, un collettivo che stampa artigianalmente usando colori naturali.
Sempre in questo senso, negli anni Node ha intrapreso anche la strada della cura di mostre vere e proprie, dando spazio ad artisti che utilizzano il linguaggio sonoro abbinato al design degli spazi, come avvenuto con Zimoun nel 2016. Non è un caso quindi, che in questo percorso sia nata la collaborazione con Galleria Mario Mazzoli, che di questo si occupa da molti anni sulla prestigiosa piazza di Berlino, e con la quale è stata realizzata nel 2014 l’esposizione “Transiente” dove attraverso il suono e, in alcuni casi, attraverso il movimento delle componenti, le opere si animavano, ponendosi in una condizione di variabilità temporale, acquistando così una componente performativa.
NODE 2018 si pone in questo solco; infatti, oltre ad una mostra personale di Ryoichi Kurokawa, allestita nella prestigiosa cornice della Galleria Civica, si è deciso di affidare la cura dell’immagine del festival a 2501, artista contemporaneo proveniente dal mondo dell’arte urbana, tra i più apprezzati a livello internazionale e che da più di 10 anni lavora con importanti spazi istituzionali.
M.U.R.O., opera che rappresenterà identità visiva all’edizione 2018 del festival, si ispira alla serie “La Macchina”, nata nel 2014, uno strumento motorizzato che permette un movimento semi-casuale a grandi fogli di carta. Questo permette all’artista, o all’audience, di intervenire su un supporto in moto costante e discontinuo, il cui aspetto risulterà perciò caratterizzato tanto dall’intervento pittorico, quanto dal moto del supporto.
La Macchina quindi permette all’artista di esplicitare al pubblico uno dei concetti base della sua ricerca: trasformare gli imprevisti in opportunità, i problemi in stimoli per evolvere la propria ricerca.
Risulta intuitivo il legame tra le opere di questa serie e le origini dell’artista e dei suoi interventi in strada, dove il cambiamento delle circostanze è una costante di ogni intervento. 2501 ne ha quindi fatto uno dei leitmotiv della sua ricerca, e La Macchina rappresenta il momento più evidente, il punto in cui si esplicita il concetto al pubblico, grazie anche al fatto che il suo utilizzo è solitamente subordinato a performance dal vivo, spesso interattive.
La Macchina è un’opera ma anche uno strumento ed una “estensione” dell’artista stesso, una specie di alter ego che genera un output che è una sua opera anche nel caso in cui ad utilizzarla sia un altro.
M.U.R.O. è un’opera site-specific ideata, realizzata ed animata in partnership con Natartribe e Recipient.cc, collaboratori di lungo corso dell’artista milanese, in occasione del live di Deantoni Parks che si svolgerà presso La Torre, una struttura appena ristrutturata che riapre al pubblico per l’occasione.
L’opera, che sfrutta come struttura base un ponteggio per imbianchini in alluminio, è ispirata ad alcuni lavori recenti presentati presso la Reggia di Caserta e Wunderkammern gallery di Milano: tubi innocenti, come quelli comunemente utilizzati dai muratori, si trasformano in opere raffinatissime, grazie agli interventi di incisione e verniciatura che conferiscono al metallo le caratteristiche più peculiari dello stile dell’artista.
Di nuovo quindi è il lavoro in strada che ispira l’evoluzione del percorso di 2501, gli strumenti classici del muralismo, in questo caso i ponteggi indispensabili per realizzare grandi lavori murali, si trasformano in vere e proprie opere, grazie al suo intervento e direzione artistica.
M.U.R.O. è un lavoro monumentale, sia per quanto riguarda le dimensioni, che per la ricerca di cui è figlio. L’opera avrà infatti molteplici livelli di lettura e di interazione con l’ambiente, sia attraverso input digitali che analogici
La ripetizione, il loop, sarà uno dei fil rouge che collegheranno le perfomance de La Macchina con quella di Deantoni Parks: i suoni provenienti dal live dell’artista statunitense, verranno infatti trasformati in giochi di luce da M.U.R.O., mentre su uno schermo, verranno proiettati gli interventi di 2501, per la prima volta in HD, sul “classico” disco rotante de La Macchina, realizzati live.
Contemporaneamente Natartribe interverrà su 5 complesse strutture in metallo sagomate, sculture rotanti che possono essere mosse singolarmente o a gruppi, in relazione alle variazioni dell’ambiente nel quale si trovano. Le luci di M.U.R.O. infine, saranno dominate da un programma che ne permetterà il movimento in relazione al live musicale.
Una performance quindi, un monumento site specific ed infine una installazione interattiva che genera opere su carta, tutto questo sarà M.U.R.O.
Pietro Rivasi