Sound artist giapponese con all'attivo più di un decennio di collaborazioni in ambito elettroacustico, FujiIIIIIIIIIIIta, al secolo Yosuke Fujita, propone un linguaggio musicale talmente personale ed inedito - per quanto ricco di riferimenti contemporanei (v. le sperimentazioni per organo di interpreti come Ellen Arkbro e Kali Malone) e debitore delle tradizioni culturali nipponiche del gagaku e del kabuki - da necessitare di uno strumento pensato ad hoc per essere veicolato e riprodotto fedelmente nelle sue sfaccettature e complessità.
L'organo a canne autocostruito che Fujita ha elaborato e perfezionato nel corso di dieci anni di sperimentazioni è un portale che collega passato e futuro in un intreccio di texture differenti quanto complementari.
Organiche, lignee e percussive quelle generate dal mantice, cuore pulsante dello strumento, che Fujita aziona a mano con ritualità gestuale, mentre eteree e stratificate sono le onde sonore che scaturiscono dalle sue undici canne, che si ritrovano riprodotte anche graficamente nel suo psuedonimo, a testimonianza della identificazione totale fra artista e strumento.